Mica facile il lavoro del postino, o quello del corriere. Sempre per strada, sempre a cercare e rincorrere le persone, tutta la responsabilità di quei pacchi da portare ai destinatari. Ce ne sarebbe abbastanza per un gioco d'azione sopra le righe, dedicato alle consegne in città e alle disavventure degli addetti ai lavori, no? Certo che sì. Qualche anno fa in casa Konami dovettero fare lo stesso ragionamento e avviare il progetto che avrebbe portato poi a Deliver At All Costs, titolo d'esordio di Far Out Games.
Come tutte le opere prime, si tratta di un mix curioso, in cui si mescolano tra loro da un lato la baldanzosità, l'audacia, la voglia di farsi immediatamente riconoscere in un mercato in cui inventare qualcosa di nuovo è ormai davvero difficilissimo, e dall'altro il retrogusto un po' acerbo che, per forza di cose e almeno in minima parte, portano con sé un po' tutte le prime produzioni. A ogni modo, non importa che vi piaccia guidare, e non importa neppure che non vi faccia impazzire l'idea di recare un servizio al prossimo: come vi spieghiamo in questa recensione, il cuore di Deliver At All Costs è tutto arcade, e potrebbe farvi impazzire (al pari di tutti i personaggi presenti).
Trama, ambienti e personaggi sopra le righe
Deliver At All Costs vuole esagerare, lo si capisce da subito. Winston Green, che è il ventiquattrenne protagonista, racchiude in sé già tutte le caratteristiche della produzione. Ex ingegnere aerospaziale, probabilmente cacciato da alcuni progetti governativi a causa della sua stravaganza (pian piano le missioni principali porteranno ad approfondirne il passato), novello Archimede nella sua sudicia stanza di motel, cerca un impiego per arrivare a fine mese. Lo trova presso un'azienda di consegne locale: si prospetta un disastro per l'attività, ignara di aver assunto un impiegato alquanto eccentrico. Si tratta però di un depistaggio che dura giusto per i primi minuti, perché non è Winston il problema: tutto Deliver At All Costs è fuori di testa.
L'avventura, organizzata in una serie di giornate lavorative in cui il protagonista deve portare a termine sempre due consegne (con l'eccezione di missioni bonus, opzionali), permette di cogliere la vita della città St. Monique, parodia dell'America degli anni Cinquanta. Ogni personaggio incontrato da Winston ha i suoi tic o le sue follie. Sul tetto del motel, per dire, c'è un anziano convinto che dei vermi giganti siano in procinto di attaccare la Terra; il capo dell'impresa non fa che confondere le date, e così si ritrova, tra le altre cose, a smaltire quintali di pesce che erano freschi appena pescati (venerdì, quando sarebbe dovuta avvenire la consegna), ma non lo sono certo più il lunedì seguente; i clienti chiedono di spedire ai destinatari - e sono alcune delle cose più "normali" che abbiamo visto - delle angurie andate a male, scatole di fuochi d'artificio del tutto non a norma, e un marlin blu grosso due volte un'autovettura.
Questa follia generale si sposa perfettamente con la meccanica arcade completamente spensierata del titolo, in virtù della quale è possibile distruggere tutto e tutti senza troppi rimpianti o scrupoli morali. Soprattutto è chiaro che Deliver At All Costs voglia divertire, intrattenere, far sorridere ogni due per tre. Quando l'idea funziona si ride parecchio, ma non funziona sempre né è in crescendo: è soprattutto all'inizio che si affronta l'avventura con un bel sorriso sulle labbra, ma dopo alcune ore già si avverte la ripetitività di fondo dell'intera operazione. Del resto, proprio poche ore sono anche quelle necessarie a concludere l'avventura principale; in pochi avranno pazienza e voglia di esplorare gli altri segreti della città, le cui dimensioni sono discrete.
Un arcade accessibile
Deliver At All Costs è genericamente considerabile un gioco d'azione dall'impostazione arcade, benché le etichette lascino sempre il tempo che trovano. Di base richiede di spostarsi in città al volante di qualsiasi vettura si desideri, dato che si possono tranquillamente rubare quelle presenti in giro; anche a piedi, quando si tratta di raggiungere i collezionabili o risolvere i minimi puzzle ambientali presenti. Per questo motivo alcuni avranno associato la produzione di Far Out Games a un GTA "in piccolo" con visuale isometrica; in realtà, il tutto ricorda molto più da vicino Crazy Taxi.
Nel titolo, infatti, non c'è violenza: si può investire chiunque, ma tanto le persone sono più flessibili della gomma e si rialzano subito. Gli impatti con gli altri veicoli, all'ordine del giorno, non causano né morti né incendi. Cadere dal terzo piano di un palazzo farà semplicemente esclamare a Winston "ouch", ma poi quest'ultimo si rialzerà in piedi, perché bisogna correre a consegnare il pacco. Ogni missione completata permette di guadagnare denaro, in base alla rapidità di esecuzione o di altri parametri che possono variare in base alla singolarità della merce; con il denaro si sbloccano personalizzazioni e trovate bizzarre (ma non fondamentali) per il camioncino delle consegne. Questo è quanto.
Oltre al contesto bizzarro e alla costante sensazione di assistere a una sit-com discretamente riuscita, vi è da annotare un discreto livello di sfida, che aumenta qualora aveste la malsana idea di utilizzare i comandi tradizionali previsti dagli sviluppatori (quelli sì che sono vecchia scuola); molto meglio il sistema di guida moderno, in cui con una levetta si sceglie la direzione e si sterza, e con i dorsali si alternano acceleratore e retromarcia. Ora, non solo gli oggetti da consegnare come si è detto sono bizzarri, ma il tragitto stesso presenta complicazioni. La mappa di St. Monique è densissima, dettagliata e variegata, il suo level design ispirato. Bisogna fare attenzione agli ostacoli naturali e artificiali, non tanto per gli ambienti - quasi tutti interamente distruttibili - quanto per il carico, che potrebbe danneggiarsi portando al fallimento della missione. Se si devono consegnare venti angurie, il gioco non è avaro: ne fornisce anche quaranta. Il problema è che con tutti quei fossi e con lo sviluppo verticale di determinate zone cittadine sarà comunque duro evitare una macedonia.
Ciò si risolve in un approccio paradossalmente più cauto, opposto a quello che l'anima arcade dovrebbe favorire. Se si fornisce al giocatore un mondo distruttibile, impatti tra vetture senza conseguenze morali o penalità nel gameplay (non si deve aggiustare o riparare nulla, tranne le gomme, ma l'operazione è gratis e immediata) allora quel giocatore lancerà la vettura a 130 chilometri orari e non si fermerà agli incroci. Se il sistema di guida è un po' ostico, le interazioni tra vettura e carico non sempre perfette e finire in mare mentre si sta trasportando un marlin blu costa il game over, allora il giocatore andrà piano e ci metterà venti minuti per completare una missione che ne richiederebbe, normalmente, appena tre. E forse la colpa non è solo sua, allora, ma un po' di come è stata costruita tutta l'esperienza. Gli stessi potenziamenti per il mezzo di Winston, che lui può modificare in officina, in realtà o sono legati a specifiche esigenze di trama (un braccio meccanico che funga da gru è utilissimo per caricare il pesce gigante a bordo, ma inutile per tutto il resto) oppure vogliono accentuare la dimensione "fuori di testa" dell'intero pacchetto. La funzionalità arriva solo fino a un certo punto.
Insistere sulle poche sbavature presenti (come le missioni secondarie sì divertenti, ma dalla scarsa sostanza, e la ripetitività di fondo dell'intera esperienza, che si avverte dopo le prime tre ore) non significa che Deliver At All Costs non sia un gioco divertente. Anzi: proprio perché funziona nella sua semplicità ed è molto spassoso, dispiace che poi, trascorsi i primi momenti di sorpresa, si ripresenti sempre identico a sé stesso, mostrando anche le sue limitazioni contenutistiche. Del resto, anche in Crazy Taxi si faceva sempre la stessa cosa, ma a chi ogni tanto non viene voglia di far ripartire il tassametro? Sfidiamo, ad esempio, a trovare un titolo "contenuto" come questo che presenti una simile distruttibilità degli ambienti esterni e di ogni singolo oggetto a schermo, o che riesca a far ridere senza nascondere una velata critica alla società capitalistica (tra le righe, e in modo caricaturale, vengono condannati almeno l'inquinamento, l'arrivismo e l'ostentazione del benessere).
Conclusioni
Deliver At All Costs è un gioco caciarone e divertente, che trova le sue cifre stilistiche principali nella bizzarria e nella spensieratezza. Anche considerando che si tratta di un vero e proprio debutto videoludico, si rivela valido, immediato, fresco e accessibile. Ciò non significa che sia privo di difetti. L'anima arcade, difatti, scopre il fianco molto presto a una certa ripetitività di fondo e all'assenza di contenuti significativi, o almeno tali da giustificare alcune potenzialità del gameplay, che restano in questo modo per larga parte inespresse. I potenziamenti per la vettura, il gran numero di personaggi presenti, i puzzle ambientali ci sono tutti nella loro semplicità, ma spesso (eccetto pochi guizzi geniali) restano sullo sfondo, o comunque vengono utilizzati fino a un certo punto. Troppe chiacchiere, direte voi. Un corriere, alla fine, deve correre. Beh, in Deliver At All Costs correrete. Senza neanche preoccuparvi troppo del mondo circostante.
PRO
- Ironico, divertente e sopra le righe
- Distruggere ogni elemento ambientale è appagante
- La mappa incentiva, per quanto possibile, l'esplorazione libera
CONTRO
- Tecnicamente datato, soprattutto nei filmati di intermezzo
- L'anima arcade funziona, ma resta del potenziale inespresso
- Sistema di guida un po' ostico